Sunday, June 03, 2007

Noi, a lezione di dignità dalle Far Oer

Italia-Far Oer 2-1
Chissà come gli scoppiava il cuore a Jakobsen, elettricista delle Far Oer, dopo che aveva fatto un goal ai campioni del mondo. Chissà che racconterà ai propri figli uno che gioca per poche centinaia di euro al mese. Chissà che emozione, che trepidare, che bello deve essere giocare solo per la gloria. Erano come i giocatori di Cristiano Cavina che uscivano dagli spogliatoi con i borsoni in spalla, fieri come paracadutisti. Quando si dice, sportivi nell' anima e non solo nel portafoglio.
Vi prego, venite a insegnarci un po' di umiltà, ci manca davvero.

“Eravamo una squadra che suscitava un sacco di allegria, in trasferta.

Almeno prima del fischio d’inizio.

Le nostre maglie blu erano sbiadite da infiniti lavaggi e i numeri si scucivano dopo pochi minuti.

Alcuni di noi avevano le scarpe di qualche misura in più, per non doverle ricomprare nuove ogni anno.

Poi si cominciava a giocare, e saltava fuori che non era per niente facile batterci.

Non che fossimo dei fenomeni, a parte il Grande Poggio.

Ma eravamo affamati del pallone.

Gli davamo la caccia, come predatori.

Eravamo nati per quello.

Nell’ecosistema dei campionati giovanili, eravamo in cima alla catena alimentare”.


Un'ultima stagione da esordienti, Cristiano Cavina


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